Per un po’, LinkedIn è stato l’unico social che ho controllato tutti i giorni. Ultimamente, però, ho sviluppato una certa insofferenza. E ho capito perché. Ci sono troppi post di AD (amministratori e amministratrici delegat3) scritti di pancia invece che concertati con chi si occupa di comunicazione aziendale.
Annuncio per chi arriva dal post dell’ingegnere su LinkedIn:
- Non sono una esperta di comunicazione. Se qualcosa fa pensare che lo sia, segnalatemelo che lo tolgo! Grazie.
- La parte importante del post ora è evidenziata, per vostra comodità.
- Non ho ancora trovato i refusi, me li indicate per favore?
- Ho anche scoperto che lo schwa si usa solo per il singolare, per il plurale il 3. Corretto!
- Questo è il mio blog personale, se non fosse chiaro. Potete leggere altri importanti pareri su: le ricette che trovo su Instagram, il mio amore per Beyoncé, e cosa ne penso dell’aggettivo “geniale”.
- Ora per favore controllate che versione avete di WordPress e il 20 luglio aggiornate a WordPress 5.8, dopo aver fatto un backup.
Io sono un po’ della scuola fai poche cose e falle bene. E lo so, la specializzazione va bene per gli insetti, la multipotenzialità, e compagnia bella, ma penso che arrivat3 a un certo livello di visibilità, soprattutto quando si rappresenta un’azienda e non si è CEO presso se stess3, sarebbe meglio avere un processo di approvazione dei contenuti che tenga conto di chi di mestiere fa, appunto, contenuti.
Come dire: se la vostra azienda è abbastanza grande da avere un dipartimento marketing, usate le persone che avete assunto per comunicare l’azienda.
Vediamo insieme un esempio pratico. Si tratta di un post pubblico, dell’Ing. Simone Terreni, proprietario di VoipVoice (corretto, non Voce).
È evidente fin dall’inizio che l’intenzione è buona. Raccontare la crescita di una dipendente all’interno dell’azienda. Una storia fatta di tenacia e con un bel finale 🎉.
Epperò le parole sono importanti e il tono di voce pure.
Chi conosce il Dott. Terrani Ing. Terreni (corretto) di persona può leggere le sue parole immaginandosi la sua voce e il suo entusiasmo mentre racconta questa storia. Ma tutt3 quell3 che capitano sul post per caso non possono costruirsi questa immagine così ricca e tridimensionale, e quindi il post risulta paternalistico. Dai commenti dei suoi contatti, mi sembra evidente che non fosse quella la sua intenzione.
La revisione dei testi
Questo è il motivo per cui quando devo fare delle comunicazioni professionali, faccio rivedere i miei testi dai altr3. Spoiler alert: anche quando persone ben più in alto di me devono scrivere comunicazioni importanti (e questa fatta dal dott. Terrani – corretto – dall’Ing. Terreni secondo me lo è) c’è sempre un passaggio di revisione fatto da altr3.
C’erano tanti modi per raccontare la storia di Diella. Il tono fiabesco alla Cenerentola non era quello giusto. Aggiunta: dal mio punto di vista, di utente social anche un po’ distratta. Siccome questo è il mio blog, scrivo cosa penso io. Non mi pare strano.
Consiglio per AD su come raccontare la propria azienda
La mia breve guida gratuita di comunicazione aziendale per ruoli apicali è molto facile da seguire. Non scrivete voi sui social.
🔼 Voleva essere provocatorio e ironico, ma mi sa che non sono abbastanza brava a comunicare 😂
🔽 Evidenziata la parte importate del post, così magari ci intendiamo meglio 😉
O meglio: scrivete una bella bozza, di getto, di pancia, anche con errori grammaticali.
Chissene.
Poi chiamate una persona del team marketing, meglio una persona che si occupa di comunicazione, non di analytics per dire, e chiedete una revisione.Segnalate che volete che il tono resti comunque amichevole, se quello è il vostro stile, oppure chiedete di essere: autorevoli, competenti, incoraggianti, insomma, quello che vi pare, ma chiarite, a voi e a chi vi sta davanti, come volete suonare.
Rivedete la bozza: chiedete delle modifiche (sempre dando indicazioni precise su come volete essere percepit3) e solo allora pubblicate con il vostro nome e il vostro ruolo aziendale.
Perché e con chi comunichiamo
Lo dicevo nel 2013 (GASP!) e lo dico oggi: si deve sempre avere chiaro lo scopo della comunicazione e il pubblico al quale ci si rivolge. Io me lo devo ricordare tutte le sante volte, perché dentro di me vive Ursula della Sirenetta e se non faccio i compiti, si salvi chi può 🐙
Buona comunicazione a tutt3!
Suggerisco di modificare Dott. Terrani in Dott. Terreni altrimenti potrebbe pensare che non hai riletto il tuo post 😉
Grazie per la segnalazione, corretto!
Analisi profonda ed utilissima: fate girare^
Non capisco le “e” anomale, rovesciate.
L’ attacco con nome e cognome lo trovo “amatoriale”, decisamente anomalo in un piccolo vademecum che altrimenti, “gulp, chissene, etc.” a parte, avrebbe un suo registro e un suo senso, opinabile, ma compiuto.
Certamente, bello scrivere un articolo e sparare a zero con nomi e cognomi, solo per portarsi in maniera subliminale pubblicità al proprio lavoro! Non lo trovo giusto
Non mi piacciono le persone che predicano bene e razzolano male.. ha perso una buona occasione per scrivere un bel silenzio!!!
Ottima risposta che condivido, grazie
Mi sembra esagerato questo post
Autogol. Regola n. 1 della comunicazione efficace. Mai attaccare in pubblico qualcuno se non vuoi spaccare la tua platea. A meno che non vuoi coltivare haters, secondo l’ultima moda del “purché se ne parli”. Se poi vuoi essere over gender, non devi mettere lo scevà… Prima osservazione… Lo devi mettere anche agli articoli. E poi… Scegli un’altra tecnica perché lo scevà è una “e” al contrario. Non vorremmo mica offendere i maschietti per non offendere le femminucce… Vedi? Hai spaccato la platea. Devi far rileggere i tuoi articoli alle persone giuste. Questo hai dimenticato di consigliarlo.
Pieno zeppo di refusi questi testo. E menomale che questa tizia parla della necessità di far rivedere i propri testi ahahah!
Credo abbia anche sbagliato il cognome dell’AD per tutto il post. Quanta raffazzoneria e che figura
Che imbarazzo questo accanimento contro una persona che sin dal suo primo post ha attirato persone, utenti e clienti con la sua spontaneità e la qualità dei contenuti forniti.
Purtroppo, temo non le farà una buona pubblicità e spero che sia da lezione ad altri creatori di contenuti.
Invece di criticare gli altri impari l’umiltà e si dia da fare. Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna.
E tolga sta schwa che l’ha lingua italiana non ha bisogno di ulteriori violenze.
Io il punto di questo articolo lo avevo capito com’era inteso e come tale l’ho apprezzato. Si capisce che nasce dalla mente di una persona – che non è una esperta di comunicazione, va bene, lo abbiamo capito dai vostri commenti su Linkedin ma – che sa come i contenuti si dovrebbero veicolare e conosce profondamente quelle che sono le dinamiche di potere nel mondo del lavoro e della nostra società in genere. Il primo post originale, a favoletta, mi era capitato nel feed e per quanto la morale fosse sicuramente bella e d’ispirazione, la modalità narrativa mi aveva lasciato molto perplessa. Professionistз che creano e rivedono contenuti, messaggi e tono di voce hanno anche ben presente che certi modi potrebbero antagonizzare qualcunǝ. Io, da donna, ho letto il post con il fastidio di dovermi far raccontare questo racconto di “redenzione” da un uomo in una posizione di potere, con i toni paternalistici dal caso, e mi ha lasciato l’amaro in bocca. Nessunǝ dice che l’autore non avrebbe dovuto scrivere il post o raccontare la vicenda, ma sicuramente avrebbe avuto una portata molto maggiore se fosse passato prima sotto un occhio esperto.
Credo che lei debba documentarsi meglio prima di scrivere.