La parola che non posso più sentire: geniale

Scritta neon "Semplicemente un genio incompreso"
Photo by Belinda Fewings on Unsplash

La parola che non voglio più sentire nel 2021 è “geniale” usata a sproposito. Tutte le volte che la sento mi viene in mente la pagina Wikipedia che spiega perché “Ironic” di Alanis Morrissette non ha nulla a che vedere con l’ironia.

Professionisti della comunicazione che fanno comunicazione autoriferita. Non è geniale.

Tutti i meme su Bernie Sanders (che sono la mia ragione di vita in questi giorni). Non sono geniali.

Neanche quelli bellissimi di Ikea o Janet Jackson.

Soluzioni di software eleganti e utili. Non sono comunque geniali.

Autistici altamente funzionali? Nope.

Ne L’opera struggente di un formidabile genio, non c’è nessun genio.

L’intuizione brillante? Il first-to-market? Direi comunque non geniali.

Cos’è il genio?

Non lo so. Sono una persona dotata di intelligenza media, terra a terra e non molto capace di pensiero astratto.

So solo che non è il marketing emozionale di una agenzia di pompe funebri.

So che questo è mestiere, non genio.

La versione Ikea del meme di Bernie Sanders

Sono sicura di aver usato questo aggettivo a sproposito in diverse occasioni, mi impegno a non farlo più e spero vivamente di vedere più riflessioni come quella di Valentina Falcinelli sul mio feed LinkedIn e non gente che parla di genio dove è solo mestiere, a volte anche mal utilizzato.

Compiti per me medesima

Leggere Kant. O una analisi della sua filosofia. O anche solo la pagina sul Genio dell’Enciclopedia Britannica.

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