Come aumentare il numero delle donne speaker al vostro evento

Francesca risponde a domande dopo un talk. Foto di Jessica Gardener
Foto di Jessica Gardener, WCUS. Io che rispondo a domande dopo il mio talk

Nell’ultima settimana ho ricevuto tre richieste di aiuto da parte di WordCamp, in Italia e all’estero, per trovare più candidate donne per i talk.

Siccome continuo a dare gli stessi consigli (e quando chiedo conferma a amiche ben più esperte di me su questo tema ricevo quasi sempre le stesse risposte) ho pensato di riunire tutto in un post, spero a beneficio di tanti eventi che fanno fatica ad aumentare la diversità del proprio gruppo speaker.

Le donne ci sono

La prima notizia è che non è vero che non ci sono donne nell’industria tech. Ci sono meno donne di uomini, molte meno, ma non è che non ci sono proprio. Quindi tutte le volte che dite “Non si è candidata nessuna donna” oppure “Non abbiamo trovato nessuna donna che volesse parlare nonostante ne abbiamo contattate un tot” state dicendo una bugia.

Le donne esistono, ma si deve creare un ambiente adatto alla nostra candidatura e partecipazione al vostro convegno. Dal prossimo punto in poi mi spiace, vi dovrete sbattere voi.

Representation matters

Questo è uno dei miei motti preferiti e il motivo per il quale nonostante io detesti parlare in pubblico continuo a girare come una trottola per farlo.

Vedersi rappresentate aiuta.

Se vedo una foto di un panel tutto fatto di uomini o un’agenda con una speaker donna sul totale, beh, scordatevi che io mi candidi per il vostro evento. Probabilmente non verrò neanche come partecipante perché penso che non vi siate impegnati abbastanza per fare meglio.

L’effetto è a catena: se a un evento vedo tante donne, tra gli speaker e i partecipanti, sicuramente sarò più a mio agio in entrambi i ruoli e quindi magari un pensiero ce lo faccio.

Al primo Meetup di WordPress a Torino nel 2015 ho chiamato un sacco di amiche che non si occupavano direttamente di WordPress, ma del più ampio digital marketing. Si sono presentate in tantissime e da quella sera il numero di partecipanti donne a Torino resta uno dei più alti di sempre.

Outreach like you mean it

Non basta pingare la gente su Twitter e dire “Ehi, amiche, vi candidate?” o anche “Ehi Paola, Giovanna, Maria, potete mandare una proposta all’evento X?”

Cioè si deve fare anche questo, ma si devono fare i compiti e sforzarsi un po’ di più.

Ricercate gli ultimi talk che Paola ha fatto, scrivetele in privato e ditele “Sto organizzando un evento, ho visto che hai fatto un talk sull’argomento X, cosa ne dici di venire a farlo anche da noi”.

Tutte le volte che ho pingato la gente dicendo “Ehi Giovanna, mi mandi un talk”, la prima domanda è stata “Su cosa?”. Se state curando l’agenda di un evento dovreste avere in mente voi la linea editoriale, quindi fate richieste precise.

Invito o candidatura?

Le donne si candidano per un lavoro solo quando sono sicure di rispondere al 100% dei requisiti contro il 60% degli uomini. Stessa cosa vale per il public speaking. Anche se avete una call for speaker aperta, considerate la possibilità di invitare direttamente alcune donne a parlare all’evento.

Gli uomini si offendono? Sapete che c’e? Cazzomene. La maggior parte degli eventi tech e non solo al mondo continuano ad avere la maggior parte di speaker uomini, sono sicura che troveranno un altro posto per andare a condividere il loro 60% di competenze 😉

Rifinire l’abstract

Se vi arriva una candidatura da una donna che ha scritto un abstract non proprio 💯🔝 (ma mica solo da una donna eh), non dite subito no se il tema vi sembra interessante.

La verità è che un sacco di gente non sa scrivere gli abstract, meno che mai i titoli, quindi magari ne sanno a pacchi e saranno bravissime a raccontare sul palco, ma no, proprio quel testo lì non lo sanno fare. Mandate una mail, se possibile fatevi una video chiacchiera o almeno una telefonata, e aiutate la candidata a rifinire la presentazione.

Abbasso le quote rosa

Ora non vorrei che confondeste gli sforzi per aumentare la diversità agli eventi con le quote rose. Il senso è, a parità di competenze, dare il posto a una donna, non darglielo anche se non è preparata solo perché ha una vagina.

Perché ahimè mi è capitato a più di una conferenza di sentire dei talk imbarazzanti fatti da donne assolutamente impreparate e evidentemente sul palco solo perché appunto donne. Questo fa un grande disservizio a tutto il genere.

Supporto

Invece di investire ore a disegnare la maglietta da regalare ai partecipanti (la gente poi la userà come pigiama) o discutere sul menu dell’evento, preparate delle risorse che incoraggino le persone a candidarsi e scervellatevi su come offrire un programma di mentorship.

Scrivete una serie di articoli, ad esempio:

  • interviste a donne che hanno parlato al vostro evento l’anno prima o a eventi simili
  • lista di risorse ragionata sul parlare in pubblico
  • descrizioni e esempi di come è “fatta” una buona candidatura
  • spiegazione del processo di selezione speaker

Fate in modo di avere una persona nel team che possa dare feedback sul talk e sulle slide, su richiesta degli speaker. Questa persona non deve essere una speaker a sua volta (certo aiuterebbe), ma deve ascoltare attentamente come farebbe se fosse nel pubblico e dire se si capisce il senso del talk, se le slide sono chiare, se si è portata via i concetti chiave, ecc…

E scrivete espressamente che se qualcuno ha dubbi sulla candidatura vi può e deve contattare in modo che possiate aiutare a trovare un topic o un focus per un’idea di talk che magari ora sembra vaga ma che ha un potenziale.

La prossima volta faccio una lista ragionata di risorse + un tot di consigli che sono serviti a me nel corso degli anni per migliorarmi come speaker.

Ora andate e incoraggiate le diversità come se non ci fosse domani!

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.