Code is poetry

WordPress Meetup Torino

Domani ci sarà il primo WordPress Meetup di Torino e io sono felice ed orgogliosa di essere una delle organizzatrici: erano mesi se non anni che si diceva di fare delle cose, nel 2013 uno degli organizzatori aveva già sperimentato un incontro torinese e una bella convention nazionale, ma poi stavamo tutti un po’ lì, ad aspettare. Un incontro fortuito ci ha dato il giusto kick in the pants per partire e quindi eccoci qui!

Mentre scrivevamo il programma, mentre pensavamo ad un po’ di comunicazione da fare, mentre andavamo da Toolbox a presentare il progetto ad Aurelio Balestra, vero mecenate della scena tech torinese, avevamo in mente 3 cose:

Code is poetry

È la tagline di WordPress e la mia interpretazione è:

creatività, ritmo, significato

Scrivere codice non è mai un’operazione meramente meccanica, lo può essere ma di solito con risultati pessimi. Per scrivere un bello stile CSS ci va arte, per creare una pagina HTML con diversi elementi si deve guardare alla sostanza, al significato, all’obiettivo che si vuole raggiungere, per mettere insieme un template di pagina in PHP si deve seguire un certo ritmo per rendere il tutto usabile e piacevole.

Così come lo staccato non è sempre gradito all’orecchio in musica, un codice “sporco”, che usa risorse non richieste, non è amato da due attori fondamentali nello spettacolo che mettiamo in scena tutte le volte che creiamo un sito: Google e i server. E se una cosa non è gradita a loro anche l’esperienza dell’utente non sarà mai ottimale.

Pensate a siti con tantissimi elementi, che coprono ogni singolo pixel del vostro schermo, font e colori non coordinati, visualizzazioni che non si adattano al nostro dispositivo, pagine che ci mettono secondi e non frazioni di secondi a caricarsi. Ci siamo capiti.

Non solo il codice è poesia, secondo me dovrebbe essere un haiku. Badate bene, non è facile arrivare a questo livello di minimalismo quando si scrive codice: a volte riguardo i primi siti che ho fatto, leggo certe classi che ho creato, come le ho utilizzate e capisco che potrei tagliarne un terzo, ottimizzando le risorse. Insomma, come tutte le arti si deve andare a bottega, imparare le basi, sperimentare e mettersi in discussione continuamente. E questo ci porta a

Anyone can cook

Se avete visto Ratatouille in inglese saprete che questo è il titolo del libro di Auguste Gusteau, lo chef che il topo Remi adora perché sostiene che tutti possano cucinare. Il discorso finale del critico gastronomico Anton Ego che riconosce la sconfitta del proprio snobismo culinario e si vota alla cucina di un topo per me è una delle scene più belle della storia del cinema (tigggiuro). Riguardatevela, dai.

Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque.

La mia impressione, da mediocre programmatrice e stagionata divulgatrice, è che troppo spesso pensiamo che il codice sia una faccenda per iniziati. Che solo persone intelligentissime e laureate in informatica o ingegneria possono affrontare la scrittura di un programma o la creazione di un sito.

Invece non c’è nulla di esoterico, solo costanza, creatività, curiosità. WordPress ha permesso a centinaia di migliaia di persone di cambiare mestiere, ha reso accessibile il codice con la creazione di documentazione comprensibile, ha messo in piedi una community numerosissima in tutto il mondo che contribuisce allo sviluppo della piattaforma (ehi, venite anche voi! Io faccio parte dei Polyglots da qualche settimana e sono felicissima di fare la mia piccola parte). Tutti possono usare WordPress, magari non tutti diventeremo famosi per la bellezza del nostro codice, ma non neghiamoci la possibilità di provare.

Ogni maledetto mese

Il problema più grande di organizzare un Meetup è la frequenza (me lo dice sempre Luca, al quale sono davvero grata per tutte le ore che ha dedicato a spiegarmi come funzionano i Meetup, come si va avanti, come si può contribuire, ecc…). Farlo una tantum o quando ci garba non ha senso: per chi organizza, per chi viene, per chi ci ospita e in generale per la Community. Noi quando chattiamo ci arrovelliamo sugli adesivini da fare, e WordPress ci darà i pins? E ci saranno abbastanza birre? E come registriamo alla newsletter con ‘sta storia dei cookies? Ma poi ci riportiamo con i piedi sulla terra sempre con lo stesso mantra “Tutti i mesi, tutti i mesi, tutti i mesi“. Ecco, tutto il resto è assolutamente secondario: vogliamo creare un incontro mensile accogliente, interessante e continuativo per tutti.

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