Ancora sul cliente ideale

Calma

La scorsa settimana una delle mie clienti mi ha scritto questo:

Letto tutto, non ho capito tutto, ma son fiduciosa che mi metterai in grado di capire quel che mi serve e tutto il resto per me può anche alloggiare su una nebulosa che sto bene lo stesso.

Anna non ha ancora iniziato a lavorare con me, inizieremo con il trasferimento da Blogger a WordPress (lo fa Gianluca che sa quello che fa!) e poi faremo una nuova casina per Tulimami che già ora è delizioso, ma ha bisogno di una rifinitura finale e di una piattaforma che permetta di fare una serie di cose che su Blogger non si possono fare.

Questa frase di Anna ha rinnovato in me la certezza che, anche nel business come nella vita, ogni pentola ha un coperchio (si dice in italiano? Boh in ebraico si dice ed è un modo di dire che mi è sempre piaciuto): il cliente ideale esiste eccome, solo si deve smettere di pensare che sia una figura angelicata, un unicorno introvabile:

il cliente ideale è un cliente reale, che ha dei problemi e si affida a voi per risolverli

Ecco le 8 cose che faccio per trovare i miei clienti e renderli felici (ho avuto un unico caso di cliente infelice in 4 anni con la quale ci sono stati grandi problemi di comunicazione e incomprensione, quindi penso di essere sulla buona strada):

  1. ricordarmi SEMPRE chi è il mio cliente ideale e rivedere periodicamente il suo profilo per controllare che continui ad essere la tipologia di persona giusta per il servizio che offro;
  2. evitare di prendere lavori solo per vanità: non lo nego, venire contattata da persone note è sempre una gran goduria per l’ego, ma se non assomigliano neppure lontanamente all’avatar che mi sono creata del mio cliente dico comunque no;
  3. seguire una metodologia di lavoro: la maggior parte dei problemi e delle lungaggini sui progetti vengono fuori perché non si segue un sistema e si perdono i pezzi per strada. Questo continua a succedermi, ma ho deciso che la prima cosa che faccio appena mi piazzo in Italia è valutare se restare con Trello (e quindi registrare un tutorial ad uso dei miei clienti in modo che anche loro possano godere di un sistema più snello e non viverlo come “un’altra diavoleria da imparare”) o passare a Basecamp;
  4. specializzarmi sempre di più, puntare alla nicchia: meglio essere conosciuta come “Francesca che fa i siti WordPress con Genesis per le creative che vivono del proprio lavoro” che non “Francesca, un’altra che fa siti, si occupa di social media e magari ti aggiusta un po’ la SEO“. Non si tratta di snobismo ma di tutelare la mia freschezza fisica e mentale;
  5. capire i miei clienti, interessarmi di come vivono le cose, essere davvero una doula: fare un sito è un’operazione molto complessa dal punto di vista di branding, marketing e psicologia. Il sito è un biglietto da visita potenzialmente visibile a milioni di persone, immagino che vorrete presentarti al meglio e questo di solito causa parecchie domande che vanno ben oltre la propria offerta commerciale;
  6. migliorare le mie conoscenze continuamente. Difficilmente a 40 anni diventerò una sviluppatrice aggiornata su quello che succederà domani sul web, ma devo essere aggiornata sulle cose che uso giornalmente (WordPress, Html, Css) e per il resto affidarmi a specialisti;
  7. essere onesta sempre: se non so fare una cosa lo dico. Questo fa sì che io non tradisca mai le aspettative del cliente, che magari all’inizio un po’ si scoccia di non poter avere un pacchetto completo con un’unica persona, ma poi di solito è ben felice di essere nelle mani del professionista giusto;
  8. non scendere mai con i prezzi pur di prendere un lavoro. Lo so, state pensando che sia una cavolata e invece vi assicuro che un creativo frustrato, che sente che il suo lavoro non è apprezzato ANCHE economicamente è un creativo che lavorerà male.

Ricordatevi:

Il cliente ideale si fida di noi e della nostra professionalità, quindi è nostro dovere impegnarci per non tradire la sua fiducia

8 comments

  1. Ciao Francesca, articolo mooolto utile, ma posso chiederti perché stai valutando di passare a Basecamp? Dopo aver letto altri tuoi post ho iniziato ad usare Trello, ma ancora non lo sto usando con clienti “poco abituati alle cose nuove”, ma mi pare funzioni bene e il fatto che sia gratuito fa molto comodo. Il vantaggio di Basecamp è che lavora con le mail e quindi non è necessario spiegare una cosa nuova?
    Grazie per i tuoi tanti spunti!

    1. Ciao Alice, grazie!
      Lo sto valutando perché tanti colleghi lo usano e voglio valutarlo in modo serio e approfondito prima di eliminarlo per sempre in favore del mio amato Trello 😉

  2. Ciao Francesca,
    ti conosco da poco: proprio Anna – Tulimami qualche giorno fa mi ha parlato benissimo di te. So che è in buone mani e che l’aspetta un bellissimo sito.
    Non mi resta che dirti che per me sei un nuovo gran bel punto di riferimento come professionista del settore a cui sto iniziando (molto) timidamente ad approcciarmi e avviarmi come freelance.
    Aspetto con tanta curiosità di vedere la nuova veste di Tulimami su WordPress 🙂

  3. Uh oh, ma sono io! Mi stavo perdendo(mi). Non mi dispiacerebbe però essere un unicorno introvabile, con un meraviglioso corno turchese che quando lo tocchi ti riempie di polvere di stelle! Comunque confermo, ad ognuno il suo mestiere. Probabilmente chi, come me parte da un blog, se l’è coccolato per anni, l’ha fatto crescere ed è cresciuta, fa fatica ad affidarlo ad altri. Ha paura che glielo rovinino, che glielo snaturino, che non lo capiscano. Ha paura che un sito lo spersonalizzi. Ma sa anche che se il web design non è il suo mestiere, facendo da sé, proprio la mancanza di strumenti e conoscenze, non permetteranno mai a quel sito e a quel blog di realizzarsi appieno. A volte, per passare dalle idee ai fatti, serve un intermediario. Ti informo che abbiamo una canzone, sostituisci “corpo” con “sito”:https://www.youtube.com/watch?v=fGLg5odzlnk

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