Benvenute! Benvenuti!
Oggi apre ufficialmente la Colonia Cinguetta: non vi dovete mettere divise speciali (anche se le maglietta a righe fa tanto Biarritz-chic anni ’50), non dovete mollare gli amici, anzi portateli con voi, potete farvi vivi ogni tanto o tutti i giorni, è gratis, ci sono un sacco di Camp Counselor speciali e alla fine del mese c’è anche un premio.
Partiamo?
La prima cosa da fare è metterci tutti in pari e parlare la stessa lingua.
Quindi aprite un account. Se durante l’iscrizione vi viene chiesto di seguire una serie di personaggi pubblici famosi, tutto normale (non hanno spiato nella vostra playlist Spotify e scoperto che mentre vi vantate con gli amici dell’ultimo vinile di un gruppo underground berlinese non disdegnate Katy Perry)! Potete ignorare e andare al sodo.
Ci sono un sacco di cose da configurare, per il momento limitatevi a seguire le istruzioni che avevo dato lo scorso anno sui campi da riempire.
Una delle cose che lascia interdetti i neofiti di Twitter è il suo linguaggio, fatto di sigle abbastanza misteriose e di parole intraducibili: RT, #, DM, #FF, TL, Followers… Non sono parolacce, sono termini da conoscere per sfruttare al massimo questa piattaforma.
Eccovi quindi la prima storia intorno al falò della Colonia, un piccolo glossario per fare subito il salto da lupetti a esploratori.
TL = Timeline = Cronologia
È la pista di atterraggio. Quando entrate su Twitter vedete la lista di tutti i tweet delle persone che seguite: sembra un fiume in piena, ma pian piano ci farete l’occhio e inizierete e scremare molto velocemente i contenuti. Potreste anche vedere dei tweet di persone che non conoscete: prima di gridare alla violazione della privacy guardate bene perché con tutta probabilità è un messaggio di terzi ritwittato da una persona che seguite.
RT = Retweet
Diciamo che una persona che seguite twitta una cosa particolarmente interessante che volete che leggano tutti i vostri seguaci (followers, ovvero le persone che vi seguono), sotto il tweet vedrete che in caratteri molto chiari c’è un menu e tra le varie voci c’è la scritta “Retweet”: se ci cliccate sopra il messaggio finirà nella vostra cronologia e tutti quelli che vi seguono lo vedranno.
Come ritwittatore mi sembra un modo carino per far conoscere altri persone ai miei follower, come ritwittata sono sempre contenta di vedere che le mie cose piacciono, come follower ho scoperto un sacco di account interessanti grazie ai retweet delle persone che seguo: quindi direi che è una bella funzione per tutti!
DM = Direct Message = Messaggio diretto
Messaggi privati di Twitter, li potete inviare solo ad una persona che vi segue e potete riceverli solo da persone che seguite. Confesso: io non li uso mai e non ne capisco il senso, ma la nostra prima Camp Counselor di venerdì li usa spesso. Vi dirà lei come.
# = Hashtag
All’inizio c’era l’etichetta.
Gli hashtag (hash in inglese è il segno del cancelletto + tag come etichetta) sono stati introdotti su Twitter un anno circa dopo il suo lancio come metodo per raggruppare tweet con lo stesso argomento, come parole-chiave.
Quando mettete il cancelletto prima di una parola questa diventa un link e cliccando sopra potete vedere tutti i messaggi taggati con la stessa etichetta. Ad esempio la Colonia Cinguetta usa #coloniacinguetta.
Questo tipo di hashtag descrittivo, viene utilizzato molto in occasione di manifestazioni (#freelancecamp o #FGDmi14), sponsorizzazioni (mi viene in mente #smartboxexperience usato durante #fgdmi14), eventi, programmi tv (#mondiali2014), ma anche incidenti e fatti sui quali le persone commentano in tempo reale; anzi il primo uso consapevole è stato proprio fatto durante gli incendi di San Diego del 2007:
Un modo secondo me pessimo per usarli deriva dall’ossessione “seo-social-media-marketing-marchetta-così-google-mi-trova”:
Ovviamente questa è una mia personale fissazione, chi si occupa di marketing invece dice che è cosa che funziona.
#FF che vedete in quantità nella vostra cronologia significa Follow Friday: se volete segnalare delle persone che vale la pena seguire a chi vi segue già non dovete fare altro che usare questo tag di venerdì. A me piacciono quelli che mi dicono anche perché devo seguire quella persona invece delle liste di nomi.
Un altro hashtag popolare è #TBT ovvero Throwback Thursday (giovedì nostalgico?), usato per postare foto del passato, ma solo di giovedì.
I miei preferiti però sono gli hashtag evocativi: non hanno un significato letterale, non hanno pretesa descrittiva della realtà, ma di sensazioni ed atmosfere. In questa categoria rientrano #epicfail (per descrivere una cosa andata molto storta), #yolo (You Only Live Once, trasformato in verbo dalle mie Maître à penser Kardashians: es. you have to yolo it), #sapevatelo, #ciaoproprio o #muoro.
Ma anche cose assolutamente casuali che, quando segnalate con hashtag, assumono una significato meta, che le fa apprezzare a chi è parte del divertissement. Ad esempio sabato sera ho avuto uno scambio con alcune compagne di Colonia in cui disquisivamo sulla bevanda da scegliere (thè freddo o long island iced tea) e abbiamo decretato che la Colonia è #giaalcolica. Questo hashtag non vuol dire nulla, non ha pretese di chiave di ricerca, ma in 2 parole descrive una scenetta che potrebbe essere la seguente: 30-40enni che ciacolano su Twitter sorseggiando bevande alcoliche il sabato sera a casa…
Attenzione però a non fare questa fine:
Immagine: Tristan Schmurr CC BY 2.0
Oddio chissà se quest’anno ce la potrò fare…#muoro in anticipo 😀
Ma no!!! Vieni che in #coloniacinguetta si sta vicini vicini di fronte al falò e ci si fa forza a vicenda!
Ciao!
Sono appena (finalmente!) approdata su Twitter e grazie ai tuoi consigli è tutto più semplice!
Vado subito a seguire la #coloniacinguetta e mi leggo tutti i tuoi utilissimi post.
Grazie!!!
Daniela
Ah che bello! Grazie, mentre tu leggi le edizioni 2013 e 2014 io penso a chi intervistare nel 2015 🙂
E MDF?