C’è uno spettro che si aggira per l’Europa e colpisce i freelance: la sindrome dell’impostore anche detta “Perché dovrebbero pagare me quando in giro ci sono persone più brave, ricche, preparate, belle, popolari, ecc…?“
Facciamo un po’ di chiarezza e vediamo se riusciamo a curarci insieme.
Qualsiasi lavoro voi facciate, è probabile che ci siano altre centinaia se non migliaia di persone che fanno la stessa cosa in Italia. Se poi prendete in considerazione il mondo ce ne sono centinaia di migliaia.
Sicuramente ci saranno persone che lo fanno da più tempo, sono più preparate, hanno un portfolio più ricco, collaborazioni prestigiose, ecc…. E quindi ecco che lo spettro si infila nella nostra testolina da freelance, già provata dal fatto che deve occuparsi per il 70% di cose che nulla hanno a che vedere con il nostro lavoro in senso stretto, e inizia pic, pic, pic, una goccina dietro l’altra a minare la nostra autostima.
Invece sarebbe bene ricordarsi che noi siamo unici e le cose che proponiamo anche, quindi nessuno le fa esattamente come noi
Esempio autobiografico.
Nell’ultimo anno ho avuto modo di collaborare con Nexnova: a novembre finalmente ci siamo incontrati di persona con Barbara e Nestore al Mammacheblog Creativo. Mentre eravamo lì Nestore mi ha fatto i complimenti per i miei lavori (cosa che mi imbarazza sempre molto) e mi ha detto che gli piaceva in particolar modo il fatto che io usassi solo colori forti e pieni in modo molto minimal. La mia risposta è stata “È perché so fare solo quello”. Invece di guardarmi come una povera tapina Nestore si è fatto una risata e questa settimana, a un incontro tra blogger torinesi, ha ricordato questa storia e ci siamo fatti tutti una bella risata.
Ecco, questo è il mio antidoto alla sindome dell’impostore.
Se dicessi che io sono un’ottima web designer e web developer, che so fare cose complesse e ricercate dal punto di vista della grafica e del codice, sarei una vera impostora – io invece dico le cose come stanno molto onestamente e mi sento in pace con me stessa e corretta con i miei clienti.
So fare questo. È così disdicevole ammetterlo?
C’è più autostima nell’umiltà sincera che nell’arroganza. E poi quelli più bravi a me servono tanto, primo perchè sono uno stimolo a migliorarmi e secondo perchè, quando vendo quante cose belle possono nascere da mani umane, mi rimetto sempre in pace col mondo.
Hai ragione Anna, l’arroganza poi è davvero una brutta bestia.
E io che pensavo di essere un’impostorA e di esserlo anche perché solo io lo ero…
Grazie Francesca, coi tuoi post mi sento sempre meno sola 🙂
Sappi che non sei mai sola. Certe volte bisogna un po’ ricordarselo a vicenda…
Giusto! tu lo sai fare! bisogna un po’ lavorare su se stessi però, per non cadere nella trappola dell’impostore. Bisogna capire cosa si fa di unico! Poi da lì parte l’autostima!
Oh yeah 😉
Non posso che dirti GRAZIE per questo post… Io sono bipolare al 100% e passo dai deliri di onnipotenza e autostima al sentirmi la più IMPOSTORA di tutti (sì, tutto maiuscolo…)
Ridiamoci su e, un giorno per volta, si impara a darsi valore…
PS: anche io adoro i tuoi colori forti pieni e il minimalismo 😉
Grazie Marta!
In effetti anche io oscillo, non per niente scrivo questi post: sono sicura di non essere l’unica e insieme fa tutto meno paura 😉
Molto bene , hai detto … anzi scritto cose sincere e quindi saggezza e professionalità . Ti auguro di aver presto bisogno di altri collaboratori.